Emorroidi
Le emorroidi sono vene che si ingrandiscono all’interno del canale anale e possono provocare fastidiosi problemi quali: prurito, dolore, emissione di sangue e protrusione all’esterno. In stadi non avanzatissimi di malattia è possibile risolvere il problema con metodi ambulatoriali assolutamente indolori. Si distinguono due tipi: esterne ed interne, riferite alla loro localizzazione.
Le emorroidi interne si formano all’interno e normalmente non sono visibili. Le emorroidi esterne si sviluppano vicino all’ano e sono coperte da una cute molto sensibile. Se viene a formarsi un coagulo in una di loro, si viene a sviluppare un rigonfiamento molto dolente (trombosi emorroidaria). Può sanguinare solo se si rompe. Viene avvertita come un gonfiore duro e sensibile.
Si distinguono scolasticamente 3 o 4 stadi patologici:
I grado – emorroidi completamente interne, situate all’interno dell’ano.
II grado – quando esse fuoriescono dal bordo anale al momento della defecazione e poi rientrano spontaneamente
III grado – quando i gavoccioli venosi, dopo la defecazione, devono essere riposizionati all’interno del canale anale manualmente.
IV grado – quando le emorroidi ormai completamente prolassate non rientrano nel canale anale e rimangono sempre fuori.
Cause
Quasi certamente esiste una certa predisposizione di base riferibile alla ereditarietà, alla familiarità e alla costituzione, per cui una persona é più facilmente soggetta di un’altra a manifestare il quadro patologico. Nella quasi totalità dei casi è sempre
presente un prolasso della mucosa rettale che determina la discesa delle emorroidi al di fuori del canale anale. È utile ricordare che un soggetto con storia familiare di emorroidi, ha un rischio di malattia aumentato fino a tre volte . Non si tratterrebbe di trasmissione cromosomica, bensì di predisposizione per mutazione genetica (Dodi). Su un terreno predisponente, quindi é facile che possano agire dei fattori scatenanti che non sempre sarebbero in grado da soli di determinare un quadro di malattia. Valutiamone alcuni:
1) alimentazione: una dieta senza scorie, favorendo la stipsi, indurrebbe l’insorgenza delle emorroidi. Vedremo in seguito come ciò possa accadere. Alcune sostanze alimentari irritanti comunque, sono spesso chiamate in causa nello scatenare una crisi
emorroidaria: alcool (soprattutto vino rosso e birra), spezie, cacao, cibi piccanti, crostacei ecc.
2) alvo stitico o diarrea: é chiaro che la distensione delle vene emorroidarie, già presente in una defecazione normale, possa essere esaltata in caso di sforzo ripetuto e prolungato, per consentire il passaggio di feci dure e voluminose. Una ricerca condotta in Inghilterra ha evidenziato come il 51% degli emorroidopatici sia anche affetto da stipsi. La diarrea, anche se in misura inferiore,provoca uno stato di irritazione della mucosa che si ripercuote sulla parete dei plessi venosi. Errate abitudini defecatorie possono risultare egualmente dannose: ad esempio l’abitudine giornaliera di indugiare alla lettura del giornale seduti sul water, può provocare in dodici mesi, gli stessi effetti dannosi di dodici anni di regolari defecazioni.
3) posizione abituale: lavori sedentari in posizione seduta o che obblighino troppo alla stazione eretta possono provocare uno stato di aumentata pressione nelle vene emorroidarie o per gravità o per difficoltoso scarico venoso.
4) sport particolari: equitazione, motociclismo, sollevamento pesi, ciclismo, possono provocare traumatismi continui, mal sopportati dalle strutture di sostegno del canale anale.
5) fattori endocrino-genitali: assunzione di ormoni, pillola anticoncezionale ecc. possono influire sulle crisi emorroidarie facilitandone gli episodi acuti. Particolari momenti del ciclo mestruale possono facilitare l’insorgenza di nuove crisi (ovulazione,
mestruazione).
Prevenzione
La prevenzione delle emorroidi inizia a tavola. Sappiamo, infatti, che tra le principali cause che determinano questo disturbo c’è la stitichezza, che a sua volta è determinata da una vita sedentaria e soprattutto da una dieta scorretta, particolarmente povera di fibre.
Pertanto, è necessario cercare di prevenire e curare le emorroidi con gli stessi accorgimenti con i quali si combatte la stitichezza: dieta sana e attività fisica. Per questo motivo una dieta anti-emorroidi deve perseguire l’obiettivo di riequilibrare il transito intestinale, facendo in modo che si producano delle feci né troppo dure né troppo liquide. Anche episodi frequenti di diarrea, infatti, irritano l’ano predisponendolo al rischio di emorroidi.
Alimenti consigliati:
La dieta anti-emorroidi deve essere una dieta ricca di fibre e di liquidi. Dunque frutta, verdura e tanta acqua (almeno un litro e mezzo al giorno) sono gli amici del nostro intestino che al contempo ci tengono lontani dal rischio emorroidi.
Nella dieta giornaliera, quindi, sarebbe bene non farsi mai mancare delle belle porzioni di frutta e di verdura. Tra le verdure sono consigliate soprattutto l’insalata, le carote, i carciofi, il cavolo, i fagiolini, le melanzane. Dite sì anche all’avena e alla crusca, ma quest’ultima senza esagerare. Ai pasti principali sarebbe poi consigliabile mangiare carni magre e formaggi non stagionati.
Alimenti da evitare:
Per sfuggire alle emorroidi, invece, dobbiamo adottare una dieta povera di grassi e zuccheri, che non includa alimenti irritanti e bevande alcoliche.
Rientrano in questa classificazione innanzitutto cibi piccanti e speziati, poi anche fritture, caffè e tè, cioccolato e cacao, insaccati. Dobbiamo aggiungere alla lista nera degli alimenti anche aceto e sottaceti, bevande gassate, limone, frutti di mare e crostacei, tartufo, cibi troppo salati, banane e nespole.
Queste in linea di massima sono le indicazioni, ma ogni persona dovrà poi imparare a impostare e gestire la propria dieta osservando e sperimentando i cibi che gli arrecano fastidio e quelli che invece gli favoriscono un corretto transito intestinale.
Trattamento
Normalmente si utilizzano farmaci flebotropi. I farmaci flebotropi sono sostante di origine naturale e/o sintetica, la maggior parte appartiene alla famiglia dei flavonoidi che sono dei polifenoli vegetali che hanno azione sul microcircolo aumentando il ritorna venoso e linfatico. Il fallimento di tale approccio di prima linea apre la strada al trattamento chirurgico. Ovviamente nessuna medicina o crema può guarire il prolasso delle emorroidi se non la chirurgia.
Le tecniche chirurgiche più utilizzate sono: l’emorroidectomia "tradizionale” o la “emorroidopessi con stapler sec. Longo”.
- emorroidectomia tradizionale sec. Milligan-Morgan consiste nell’escissione con bisturi elettrico e legatura dei principali peduncoli emorroidari. Essa rappresenta la metodica piu` idonea nel trattamento delle emorroidi di IV grado e con maggiore componente esterna. Rappresenta, inoltre, a tutt’oggi, la tecnica che da maggiore garanzia sulle recidive; il principale incoveniente, tuttavia, resta il dolore postoperatorio.
- emorroidopessi con suturatrice, meglio nota come tecnica di Longo (anche definita tecnica “indolore”): in breve, con l’ausilio di una suturatrice inserita attraverso l’ano, viene resecata una “trancia di mucosa” rettale in una area non innervata da fibre sensitive e, quindi, indolore: le emorroidi vengono cosi` “stirate”, cioe` riportate verso l’interno del canale anale. La ripresa postoperatoria, essendo la tecnica virtualmente indolore, e` quanto mai rapida. Questo approccio e`, a nostro avviso, idoneo soprattutto nelle emorroidi di III grado, senza una eccessiva componente esterna, specie se vi e` una associazione con una certa quota di prolasso mucoso (prolasso mucoemorroidario). Anche le emorroidi di IV grado, non riducibili manualmente, ma riducibili durante l’intervento, sotto anestesia, possono trovare indicazioni. Un pannello di esperti a livello mondiale hanno delineato le principali indicazioni, controindicazioni ed aspetti del consenso informato da tener presente. Se delle indicazione si e` gia` fatta menzione, ricordiamo le principali controindicazioni: ascessi, gangrena, stenosi anali, prolasso rettale a tutto spessore. Aspetti che il paziente deve considerare nel consenso informato, invece, sono principalmente: il rischio di “urgency” cioe` di urgenza defecatoria, specie nelle prime settimane postoperatorie, possibilita` di dolore per trombosi di eventuali emorroidi residue, rischio di stenosi anastomotiche, cosi` come problematiche ad eventuali rapporti anali. Si tratta, comunque, di complicanze occasionali.